Assemblea del Consorzio Parmigiano Reggiano: approvato il Bilancio preventivo 2025 e piano regolazione offerta 2026 - 2031
Giampaolo Buonfiglio (AGCI Agrital), "Valorizzare il modello del Consorzio: un esempio di successo da replicare in tutti gli altri settori agricoli"
Il 17 dicembre 2024, presso il BPER Forum Monzani di Modena, si è svolta l'Assemblea generale ordinaria dei Consorziati del Parmigiano Reggiano, un incontro cruciale per il futuro di questo prestigioso prodotto italiano. Durante l'assemblea è stato approvato il bilancio preventivo per l'anno 2025, che prevede ricavi per un totale di 51,54 milioni di euro. Di questi, 20,08 milioni saranno destinati a coprire i costi di funzionamento del Consorzio, mentre 31,13 milioni saranno investiti in attività strategiche, escludendo accantonamenti, ammortamenti e tasse. Inoltre, 300.000 euro saranno destinati al potenziamento dei programmi di vigilanza di mercato e tutela legale, con un focus particolare sui canali non retail in Europa e negli Stati Uniti. Un altro punto saliente dell'assemblea è stata l'approvazione del Piano Regolazione Offerta 2026-2031, che prevede uno stanziamento di 1,5 milioni di euro per il fondo crisi di mercato. Questo piano, che festeggia il decimo anniversario dalla sua introduzione nel 2014, mira a regolare l'offerta e a garantire un equilibrio tra domanda e capacità produttiva, in linea con le normative europee. Grazie a questa iniziativa, il Consorzio ha potuto affrontare la ciclicità del mercato in modo efficace, mantenendo quotazioni stabili e remunerative per i produttori. Negli ultimi dieci anni, la produzione di Parmigiano Reggiano ha mostrato una crescita costante, passando da 3,280 milioni di forme nel 2013 a 4,014 milioni nel 2024, con un incremento medio del 2,2% annuo. Il prezzo medio del prodotto ha superato i 10 euro dal 2022, grazie anche all'implementazione delle "quote latte Parmigiano Reggiano", che hanno reso i produttori di latte parte attiva della filiera.
L'Assemblea ha visto anche una tavola rotonda moderata da Riccardo Deserti, direttore generale del Consorzio, incentrata sulla valorizzazione della Denominazione di Origine Protetta (DOP). Durante l'incontro, il ministro Francesco Lollobrigida, cha ha ringraziato Nicola Bertinelli, Presidente del Consorzio, per l’accoglienza e per il lavoro costante a tutela di questa eccellenza italiana, ha sottolineato l'importanza di saper riconoscere e valorizzare il Parmigiano Reggiano, un simbolo che ci ricorda quanto con pazienza, dedizione e cura si raggiungono risultati straordinari.
"L'assemblea ha rappresentato un ulteriore e significativo passo avanti per il Consorzio", ha dichiarato Giampaolo Buonfiglio, presidente di AGCI Agrital, intervenendo al dibattito. "Questo incontro ha messo in luce un impegno collettivo verso la crescita e la sostenibilità del settore, confermando il Parmigiano Reggiano come simbolo della qualità agroalimentare italiana. È fondamentale valorizzare l'esperienza del Parmigiano Reggiano, non solo all'interno del Consorzio stesso, ma anche come modello da presentare all'esterno. Dobbiamo assicurarci che questo modello di gestione e questa esperienza diventino un esempio da seguire per l'intero settore. La 'super filiera', in cui ogni cooperativa opera come una filiera autonoma, dimostra come un sistema ben strutturato e coeso possa generare risultati concreti. Se riuscissimo a replicare questo approccio in altri ambiti, come l'ortofrutta, la zootecnia da carne e l'olio per esempio, potremmo raggiungere un successo di portata mondiale. La creazione di pilastri organizzativi simili in queste aree potrebbe davvero rivoluzionare il settore agroalimentare."
“Sono trascorsi 90 anni dalla nascita del Consorzio, che ha trasformato questo prodotto nella punta di diamante del made in Italy Agroalimentare” ha dichiarato Alessio Ciaccasassi, responsabile del settore agroalimentare e consumo di AGCI, intervenuto a margine dell’Assemblea. “La cooperazione ha giocato un ruolo chiave nel percorso del Consorzio fungendo da collante e leva soprattutto nelle zone interne, marginali o svantaggiate, preservando la zootecnia a presidio del territorio e per fermare lo spopolamento, laddove un livello minimo di popolazione e la conservazione dell’ambiente naturale non sarebbero stati altrimenti assicurati”.