Bibliodiversità, pluralismo dell’informazione e rivoluzione digitale.
Questi i temi affrontati al Salone del Libro a Torino dal Presidente AGCI Brenno Begani, in qualità di Copresidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane.
Come cooperare per il pluralismo dell’informazione e la bibliodiversità? Come innovare i media tutelando la qualità dell’informazione e pluralismo? A queste e ad altre questioni ha risposto il Presidente AGCI, Brenno Begani, in qualità di Copresidente ACI,presso il Salone Internazionale del Libro a Torino, una kermesse dedicata al libro, alla cultura e alla comunicazione.
“Cultura e cooperazione sono sinonimo di pluralismo – dichiara Begani - un pluralismo che ha il suo vero vivaio nei territori, dove le buone pratiche si sviluppano e nascono le voci vere anche quelle editoriali. Dobbiamo registrare con rammarico che la riforma della editoria non salvaguarda queste voci, anzi rischia di spegnerle e il nostro accorato appello, alle Istituzioni e al Governo, è quello di rivedere un’impostazione che è l’antitesi del “plurale”.
Le grandi trasformazioni in atto ci impongono di difendere la pluralità delle “voci” considerato che oggi la moltitudine di notizie non rappresenta il “plurale”, il valore della diversità, ma solo una quantità, non una qualità, di voci. La rete è certamente un “mondo” di informazioni e di comunicazioni ma spesso non selezionate, non veritiere e questo genera un’errata guida culturale. Eppure è la rete con cui sono “nati” tra il ’90 e il 2012 i ragazzi della “Generazione Z”, che possiamo definire, i “nativi digitali”.
La Scuola può fare molto per educare i giovani ad un corretto utilizzo della rete ma senza dimenticare l’importanza di un buon libro, che è il protagonista di questa manifestazione e che rappresenta Memoria e cultura non liquida”.
“L’affermazione pratica del pluralismo richiede di saper tutelare anche la cosiddetta Bibliodiversità– continua il Presidente Begani - che indica la diversità culturale applicata al mondo del libro. La biodiversità – spiega Begani - fa riferimento all’indispensabile diversificazione della produzione editoriale messa a disposizione dal lettore ed è strettamente legata alla produzione degli editori indipendenti. “Oggi, la bibliodiversità – continua Begani - sembra essere minacciata dalla sovrapproduzione e dalla concentrazione di capitali che favoriscono la supremazia di pochi grandi gruppi editoriali e la ricerca di profitti elevati. E’ necessario non dimenticare ma difendere anche e soprattutto le piccola realtà – conclude il Presidente AGCI - che si identificano con il territorio che sono gli incubatori del pluralismo. Occorre che vi sia un “ascensore” culturale capace di portarci a distinguere, a selezionare, a tutelare la memoria come qualche cosa di molto prezioso che dà valore al nostro presente e consente di disegnare un futuro plurale consegnando ai giovani la possibilità e il potere di deciderlo”.