Cooperazione, modello virtuoso da seguire per la crescita e per la difesa dai cambiamenti climatici
Il riconoscimento della Conferenza episcopale ha riempito di emozione Agci-Agrital e Legacoop Agroalimentare
Cristian Maretti presidente Legacoop Agroalimentare «Crediamo che il richiamo della Cei possa dare una ulteriore spinta per una nuova cooperazione agricola e forestale per meglio uscire dalle sempre più accentuate catastrofi climatiche oscillanti tra siccità e alluvioni»
Giampaolo Buonfiglio presidente di Agci-Agrital «Lo “stile cooperativo” può partire dal settore agricolo e dalla pesca per diffondersi al turismo e a tutte le altre attività presenti per ricucire i punti critici dello sviluppo di quel territorio e di quelle comunità»
ROMA (9 giugno 2023) Stile cooperativo, un modello da seguire per la crescita di un territorio e per la difesa dagli effetti dei cambiamenti climatici. Lo sottolineano Agci-Agrital e Legacoop Agroalimentare dopo le parole con le quali la Cei, Conferenza episcopale italiana, nel Messaggio per la Giornata del Ringraziamento, ha evidenziato il valore della cooperazione nella tenuta di un territorio, sia da un punto di vista sociale, economico e di difesa dai disastri ambientali.
Un modello per produrre valori. «Il riconoscimento della Conferenza Episcopale italiana allo stile di lavoro cooperativo per lo sviluppo dell’agricoltura ci riempie di emozione», sottolineano Agci-Agrital e Legacoop Agroalimentare. «Nelle parole della Cei c’è l’attenzione alla nostra modalità d’azione per poter fornire ai nostri soci, a volte proprietari di piccole superfici, le nuove tecnologie prodotte dai migliori centri di ricerca. Per riuscire a produrre e trasformare le grandi eccellenze della nostra agricoltura e metterle nel migliore dei modi in connessione con le reti commerciali locali, nazionali ed internazionali».
Importanza sociale, economica e politica. «Il lungo percorso della cooperazione agricola, nata alla fine dell’800 ha incarnato e tradotto in azioni economiche concrete l’idea di “fraternità”. Che nel corso degli ultimi 150 anni ha attraversato tutte le principali correnti di pensiero, cattolico e riformista. Che hanno fatto sviluppare il nostro Paese e la promozione sociale ed economica del settore agroalimentare. Queste pratiche hanno poi contaminato positivamente anche il settore della pesca e dell’acquacoltura, proprio in virtù della grande possibilità di diffusione delle buone pratiche attraverso l’esempio».
Cooperazione per la prevenire i disastri del cambiamento climatico. La Cei ricorda con grande forza che nei tempi moderni, lo spirito di fratellanza viene sempre più messa in discussione ed appare retaggio di un passato non più di moda. «La sfida che il cambiamento climatico impone al genere umano determina maggiore condivisione di destino tra territori e paesi, tra montagna e pianura. E crediamo che il richiamo della Cei possa dare una ulteriore spinta per una nuova cooperazione agricola e forestale per meglio uscire dalle sempre più accentuate catastrofi climatiche oscillanti tra siccità e alluvioni», sottolinea Cristian Maretti presidente Legacoop Agroalimentare.
Agricoltura e pesca come stile cooperativo da seguire. Non sarà però un percorso facile, perché purtroppo esiste sempre una certa distanza tra gli auspici ideali e teorici e ciò che viene effettivamente praticato una volta finita l’emergenza. «Dobbiamo però essere ottimisti e volenterosi ripartendo dai territori più fragili, delle aree interne e costiere, laddove lo “stile cooperativo” può partire dal settore agricolo e dalla pesca per diffondersi al turismo e a tutte le altre attività presenti per ricucire i punti critici dello sviluppo di quel territorio e di quelle comunità» conclude Giampaolo Buonfiglio presidente di Agci-Agrital.