Crisi del settore bufalino, urgente intervento per salvaguardare la mozzarella bufala Dop
Le proposte AGCI: progressiva riduzione dei capi bufalini per stabilizzare il mercato e garantire il futuro dell’industria lattiero-casearia; riduzione della quantità di latte congelato; divieto di utilizzo del fusore.
Le anomalie climatiche e l’eccesso di latte congelato mettono a rischio l’intera filiera della mozzarella di bufala DOP, simbolo della gastronomia italiana, che si trova attualmente in una situazione critica con un’evidente contrazione della domanda. I primi mesi estivi del 2023 e 2024 sono stati caratterizzati da piogge abbondanti e temperature anomale, principalmente nelle regioni del centronord, dove si consuma oltre il 70% della mozzarella di bufala campana DOP. Questo ha portato a un’eccedenza di latte bufalino che non può essere smaltita come da consuetudine.
Ad oggi, la quantità di latte congelato rimasta nei centri di stoccaggio è stimata in circa 60 milioni di euro, con i trasformatori che faticano a ritirare il latte dagli allevatori. Le previsioni degli esperti sono allarmanti: si prevede una significativa riduzione del prezzo del latte di bufala e, con molta probabilità, oltre il 25% delle aziende di allevamento non riusciranno a stipulare contratti di fornitura per il 2025. Questa crisi minaccia non solo i produttori e gli allevatori, ma l’intera filiera, inclusi i produttori di foraggio e le famiglie che forniscono manodopera specializzata.
“Per affrontare questa emergenza – dichiara il responsabile del settore agroalimentare di AGCI (Associazione Generale Cooperative Italiane), Alessio Ciaccasassi – proponiamo un intervento drastico e tempestivo: riduzione della popolazione bufalina fino al 15% della stessa. Questa misura – spiega Ciaccasassi – consentirebbe di ridurre la produzione di latte bufalino di circa 2.000 quintali al giorno, stabilizzare le rimanenze di latte congelato e contenere la caduta dei prezzi. Sarebbe necessario inoltre un intervento normativo finalizzato a ridurre i quantitativi di latte congelato giacente nei centri di stoccaggio oltre che apportare una modifica al disciplinare della DOP per mettere al bando l’utilizzo del “fusore”. Quest’ultimo macchinario, utilizzato maggiormente dai trasformatori industriali, permette di ottenere una maggiore resa di prodotto finito a scapito della qualità. Ecco perchè coloro che vorranno produrre mozzarella di latte di bufala DOP non dovranno poterlo utilizzare.
È fondamentale agire subito per evitare conseguenze devastanti su un settore vitale per l’economia locale e nazionale. La situazione – conclude il responsabile del settore agroalimentare di AGCI – richiede una risposta congiunta e proattiva per garantire la sostenibilità del comparto bufalino”.