Lollobrigida a Bruxelles salva la pesca italiana
Un negoziato partito tanto in salita da essere un sesto grado, con proposte della CE che avrebbero decretato la fine della pesca italiana, almeno nei comparti più produttivi. Una bomba disinnescata nottetempo dal Ministro Lollobrigida che, accompagnato dalla Direzione Generale della Pesca del MASAF, è riuscito nella trattativa in Consiglio dei Ministri Agrifish ad azzerare gli effetti della riduzione del 38% dello strascico nei mari italiani occidentali, con misure di compensazione praticabili e ragionevoli, e a portare la riduzione della cattura massima dei gamberi di profondità (richiesta al 18-29%) al 6%, che grazie alla rimanenza del 2024 sarà senza effetti. Un risultato straordinario che interrompe una serie pluriennale di tagli alle attività di pesca della nostra flotta dello strascico, ormai allo stremo dopo 6 anni di continue penalizzazioni. Danni limitati anche per i palangari per i quali era stata richiesta una riduzione dei giorni annui di pesca del 25%, portati al 13%, e per le reti da posta. Anche queste sono entrate nel mirino della CE per la prima volta nella storia, rompendo con la politica sia europea che multilaterale FAO-CGPM che ha sempre considerato la piccola pesca un comparto ecocompatibile da tutelare. Il taglio della produzione annua di nasello delle reti da posta portava le 287 t s annue a 215 t, divenute 261 alla fine del negoziato. “Ci auguriamo" ha dichiarato il presidente di AGCI Agrital Buonfiglio "che questo risultato costituisca l'inizio di una inversione di tendenza e di una revisione della politica europea della pesca verso misure e modelli di gestione più equilibrati tra tutela delle risorse e dell'ambiente e salvaguardia delle imprese e della occupazione, che vive oggi diverse emergenze. L'accordo raggiunto nella notte tra il ministro Lollobrigida e il Commissario Kadis" ha concluso Buonfiglio "fa ben sperare che si vada in questa direzione".