Giovedì, 13 Marzo, 2025

Pesca in Italia e nella UE, non più attività marginale, ma pilastro economico

A Roma il convegno con il ministro Lollobrigida e il Commissario Ue Kadis rilancia il futuro del settore

 

Si è tenuto questa mattina a Roma, il convegno "Il settore della pesca in Italia e l'Unione Europea: sfide ed opportunità", organizzato dal Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste. L'evento ha visto la partecipazione del Ministro Francesco Lollobrigida e del Commissario europeo per la Pesca e gli Oceani, Costas Kadis, per la prima volta in visita ufficiale in Italia. Tra i relatori, il sottosegretario Patrizio Giacomo La Pietra, il direttore generale Pesca marittima e Acquacoltura Francesco Saverio Abate, il capo dipartimento della Sovranità alimentare e dell’Ippica Marco Lupo e il vicepresidente AGCI, Giampaolo Buonfiglio. Durante il convegno, sono state affrontate le principali sfide e opportunità del settore ittico italiano nel contesto delle politiche europee. Tra i temi discussi, l'impatto della crisi climatica sulla pesca, la perdita di biodiversità e l'inquinamento marino. Inoltre, è stata sottolineata l'importanza di garantire la competitività e la sostenibilità a lungo termine del settore. Il vicepresidente AGCI Buonfiglio, nel suo intervento, ha evidenziato come “il settore pesca in Italia sta vivendo una serie di crescenti difficoltà, come evidenziano i principali descrittori produttivi, strutturali e socio economici, tutti in evidente discesa: flotta, occupati, redditi, guadagni. L’unica cosa che cresce è l’età media dei pescatori e delle imbarcazioni. Tra i principali fattori di questa crisi crescente - ha proseguito Buonfiglio - vi sono senza alcun dubbio i modelli di gestione dei comparti che riforniscono la maggior parte dei prodotti commercializzati nei nostri mercati ittici nazionali (strascico per demersale, volanti e circuizione per piccoli pelagici). I modelli di gestione per questi comparti sono da decenni al centro di politiche europee che, dopo una brusca inversione di marcia della Politica Comune della Pesca (PCP) negli anni ‘80, sono da allora improntate alla compressione del settore nella disperata ricerca di un equilibrio fra capacità della flotta, sforzo di pesca e rinnovabilità degli stock ittici. Se questa ricerca ha trovato prima, e più facilmente, soluzioni efficaci con il sistema TAC e Quote nei mari nord europei (in cui flotte più industriali effettuano una pesca monospecifica o quasi) - ha evidenziato Buonfiglio - ben più complessa è stata, ed è tuttora, in Mediterraneo dove una serie di fattori la rendono certamente più complicata. Di fatto, decenni di PCP, nonostante una significativa riduzione della flotta e dello sforzo di pesca e regolamenti specifici con svariate misure tecniche e di gestione - ha concluso il vicepresidente AGCI - non hanno portato ai risultati sperati e alla ricostituzione di tutti gli stock di cui alcuni valutati ancora in uno stato di sovrasfruttamento.” Il presidente di AGCI Pesca e Acquacoltura, Enrico Casola, ha dichiarato a margine dell’incontro “Sono da rivedere e ripensare sia l’approccio, sia il modello di gestione. L’applicazione di misure su aree vaste non omogenee, la fissazione di obiettivi ambiziosi a tempi ravvicinati, la diversa gestione sulle diverse sponde del Mediterraneo, gli estesi fenomeni di pesca illegale, le fonti di impatto diverse dalla pesca, ed altro ancora - sottolinea Casola - sarebbero da riconsiderare con un approccio realmente olistico. L’identificazione di misure di gestione per aree omogenee, adatte alle condizioni ambientali e socio-economiche locali, decise con il coinvolgimento degli stakeholders e basate su dati scientifici disaggregati in scala di GSA, continua ad essere il modello più promettente con cui affrontare anche dossier relativi a pesche speciali e deroghe importanti per il settore italiano Su questo modello - conclude Casola - la convergenza della posizione del ministro Lollobrigida con le aperture del commissario Kadis ci lascia sperare in un fattivo lavoro per i prossimi anni.” Gli assessori regionali alla pesca e i principali rappresentanti istituzionali e delle categorie del settore hanno partecipato attivamente al dibattito, contribuendo con le loro esperienze e prospettive. Le conclusioni del convegno sono state affidate al Ministro Lollobrigida e al Commissario Kadis, che hanno ribadito l'importanza di una collaborazione stretta tra Italia e Unione Europea per affrontare le sfide future.