Giovedì, 9 Settembre, 2021

Storie di cooperative AGCI – Dalla Sardegna “Strovina 78”: quando cooperare vuol dire valorizzare il territorio con cura e attenzione

La cooperativa agricola, aderente ad AGCI Cagliari/Oristano, ha da poco compiuto 43 anni caratterizzati da passione, impegno, tutela dell’ambiente, della sostenibilità e con progetti per il futuro. A confermarlo è il Presidente Marco Pau che abbiamo intervistato per la nostra Rubrica.

 

Quando nasce la cooperativa?
Strovina 78 nasce, come si evince dal nome, nel 1978 e ha da poco spento 43 candeline”.

Lei è Presidente da quando?
“Sono subentrato nel 1979, un anno dopo la sua costituzione. La cooperativa è nata dall’impegno di un gruppo di giovani agricoltori che, in anni di lavoro intenso, sono riusciti a riportare in attività le terre incolte dell’antico stabilimento “Vittorio Emanuele”. L’azienda si trova a Sanluri Stato, frazione rurale di Sanluri, situata al centro del Campidano tra Cagliari e Oristano. Il territorio di Sanluri è stato per secoli uno stagno d’acqua salata, creando notevoli difficoltà per le colture, ma questo non ha fermato gli agricoltori che, con determinazione, tenacia e continue sperimentazioni, hanno ottenuto nel tempo ottimi risultati.

Nel corso degli anni la cooperativa ha sviluppato l’attività d’allevamento di tutte le specie tipiche del nostro territorio, incentivando l’introduzione di colture ortofrutticole di notevole pregio”.

Quanti Soci?
“Siamo 13 Soci orgogliosi della nostra terra, unica e sempre generosa”.

Quali sono i vostri prodotti?
“L’attività è variegata. Su una superficie di circa 350 ettari ci occupiamo di allevamento ovino. Il nostro lavoro si concentra anche sull’Agriturismo “Su Stai”, nel quale produciamo praticamente tutto: frutta, verdura. Alleviamo i maialini all’aperto, garantendo così un’alta qualità a Km 0. Si producono cereali: grano, orzo, avena, mais; legumi: fave, ceci, fagioli, lenticchie, cicerchie. Il nostro orto produce pomodori, lattuga, sedano, finocchio, peperoni, melanzane, zucchine, asparagi, carciofi e tanto altro. Alleviamo galline, faraone, anitre, oche, conigli e tacchini. Ci dividiamo equamente i compiti: un gruppo di soci segue il settore zootecnico, un altro si occupa dell’approvvigionamento cioè di semina e raccolta di foraggi e, un terzo gruppo, si occupa dell’olivicoltura.

Il mercato è prettamente locale?
“Il mercato dei prodotti dell’agriturismo è essenzialmente locale anche se stiamo realizzando i nuovi marchi con l’obiettivo di ampliare il mercato”.

Il rapporto col territorio è importante?
“E’ fondamentale. Abbiamo un legame fortissimo col territorio che si estende a tutto l’interland del cagliaritano. Noi distiamo circa 40 km da Cagliari, i nostri ospiti vengono da gran parte della Sardegna. Gustano e apprezzano i nostri prodotti. Una delle attività importanti che svolgiamo è quella di coinvolgere gli studenti dei Licei e delle Università affinché conoscano delizie e sapori e valorizzino il territorio. Crediamo fortemente nella trasmissione del sapere alle nuove generazioni”.

Il 4 Settembre “Strovina 78” ha festeggiato il compleanno. Cos’è cambiato negli anni?
“A parte che eravamo poco più che ventenni e ora i nostri capelli sono bianchi, è cambiato il nostro approccio nel lavoro perché abbiamo capito che bisogna diversificare e mai concentrarsi su un’attività solamente. La diversificazione è il segreto del successo per tutte le aziende agricole, non solo per quanto riguarda la cura delle colture, ma anche nella scelta dell’attrezzatura, dei mezzi di produzione e nella gestione agricola vera e propria”.

Ci sono donne che lavorano con voi?
“La nostra non è un’attività “leggera”, abbiamo una valida collaboratrice che lavora nella segreteria e un’altra, altrettanto competente, che si occupa dell’agriturismo”.

Che problematiche ha creato la pandemia nel vostro lavoro?
“Sull’attività agricola nessun impatto negativo, su quella dell’agriturismo purtroppo sì. Infatti, ahimè, abbiamo avuto una riduzione del lavoro di oltre il 70%.

Cosa vuol dire cooperazione per Lei e il rapporto con AGCI.
“Cooperare vuol dire fare impresa e contribuire a migliorare l’aspetto economico, sociale del nostro Paese perché la cooperazione offre occupazione, un’ottima gestione del lavoro, ma è anche un modo diverso di concepire la vita e la produzione. Consente di lavorare con altri che condividono gli stessi valori e principi come, nel nostro caso, il rispetto per l’ambiente tutelandone la sostenibilità. Cooperazione vuol dire anche lasciare qualcosa di costruito per i Soci che verranno dopo di noi. Il suo valore è straordinariamente prezioso e aggregante per la comunità.

Il rapporto con l’Associazione Generale delle Cooperative Italiane è ottimo. E’ trasparente, diretto, fondato su una stima reciproca. Ho riscontrato sempre disponibilità per qualsiasi esigenza e momenti di confronto”.

Quali sono i progetti per il futuro? Quale l’augurio per la cooperativa?
“Progetti per il futuro sono quelli di incrementare una parte delle colture che al momento non abbiamo sviluppato bene, che è quella delle ortive utilizzando le nuove tecnologie e puntando anche in parte sulla trasformazione. Come ho già accennato, abbiamo realizzato i nostri marchi per tutta la linea dei prodotti quali il mirto e alcune erbe spontanee che cominciano ad essere apprezzate dai clienti. L’obiettivo è di fare la stessa cosa anche su altre produzioni che vanno dal formaggio alla salsiccia, dalle marmellate al pane, sempre tutto rigorosamente genuino, biologico e considerando che, come scriveva Virginia Woolf: “Non si può pensare bene, amare bene, dormire bene se non si è mangiato bene!”.