Storie di cooperative AGCI - Da AGCI Sardegna “Theatre en vol”, la compagnia teatrale che da oltre 30 anni mette in scena gli spettacoli in strada, luogo simbolo d’azione, incontro, confronto e interazione con il pubblico
“Benvenuti a teatro. Dove tutto è finto ma niente è falso”. Una riflessione, questa, che rispecchia esattamente lo spirito della cooperativa “Theatre en vol”, di Sassari, che sin dalla sua nascita affronta, attraverso spettacoli in spazi aperti e non convenzionali, delle tematiche di grande contemporaneità rispondendo ad interrogativi sociali, culturali e politici, quali la convivenza multiculturale, la libertà di pensiero, la guerra, la crisi ambientale. Lo spettatore, il cittadino, viene coinvolto in un rapporto interattivo e stimolato a pensare criticamente, a riflettere e a porsi delle domande.
Ne parliamo con Michèle Kramers, socia della cooperativa nonché direttrice artistica:
Quando e dove nasce la cooperativa “Theatre en vol”?
La cooperativa nasce alla fine del 1999, anche se è più corretto affermare che è stata fondata come Associazione, dieci anni prima, nell’89, a Napoli, dalla mia decisione e quella di Puccio Savioli di portare avanti l’idea di un teatro urbano, un teatro per spazi aperti e in strada, per coinvolgere emotivamente, direttamente lo spettatore e renderlo parte integrante dello spettacolo. La strada è considerata, dunque, un luogo d’azione e di confronto. Mira a stimolare la fantasia, la meraviglia e la memoria dello spettatore coinvolgendolo in maniera immediata e stabilendone un rapporto interattivo.
Dal suo nome deduco che Lei abbia origini francesi…
No, sono olandese. Da Napoli, come le dicevo, ci siamo trasferiti in Sardegna, visto le origini sarde di Savioli. Per la precisione ci siamo stabiliti a Sassari dove abbiamo cominciato il nostro percorso artistico.
Sebbene siamo molto legati al territorio, la nostra attenzione si rivolge anche al resto d’Italia e all’Estero perché nasciamo come compagnia con un’impronta internazionale ed è molto importante cercare di mettere a conoscenza il pubblico di Sassari anche delle realtà che esistono in Europa.
In Sardegna abbiamo aperto una sede nel ‘98, perché prima eravamo itineranti, nomadi. Lì abbiamo lavorato per sette anni e abbiamo accolto diversi artisti, appartenenti non solo al campo teatrale ma anche alle arti più eterogenee come la scultura, la pittura, la fotografia. Abbiamo realizzato laboratori, accolto diversi corsi proprio per diventare attivi nell’ambito della formazione e anche nella diffusione di approcci olistici, volti alla cura della mente e del corpo.
Come nasce e si sviluppa un’idea di spettacolo?
I nostri spettacoli nascono da un’urgenza che sentiamo interiormente.
Il tema del primo spettacolo, ad esempio, è stato fondato sul desiderio dell’uomo di volare, non solo in senso fisico ma anche in senso metaforico, che per noi significava svolgere una ricerca sulle invenzioni di Leonardo Da Vinci ma anche sulla problematica dell’inquinamento e sulla responsabilità delle persone nell’ambito della sostenibilità. Lo spettacolo si sviluppava in maniera inusuale, non convenzionale, all’interno di un allestimento composto da macchine teatrali volanti facenti parte di una specie di museo all’aria aperta. Il pubblico che si muoveva al suo interno veniva guidato da due personaggi che rappresentavano il conflitto tra progresso e natura, confrontando in questa maniera gli spettatori con interrogativi quali: “Cosa significa progresso?”. “Progresso cieco o progresso ragionato in favore dell’uomo e nel rispetto della natura?” Da sempre il nostro approccio è stato improntato sulla cura della terra, delle relazioni umane.
Dall’8 all’11 Settembre le piazze e le vie cittadine sono state animate dagli spettacoli dell’arte e del teatro in strada con il tour, da voi organizzato, dal nome: “Girovagando”. Quest’anno, per la precisione la quinta Stagione, il tema principale è focalizzato sull’emergenza clima. Quanto può influenzare la cultura e il teatro sulla sensibilità degli spettatori, dei cittadini?
Intanto abbiamo fatto una prima tappa di “Girovagando” nell’area di Montiferru che è al centro della Sardegna e abbiamo coinvolto molti Comuni limitrofi che hanno aderito al progetto con entusiasmo.
Anche in passato abbiamo cercato sempre di coinvolgere piccoli Comuni per mettere in luce diverse problematiche, attraverso la cultura, come quello inerente allo spopolamento o alla rianimazione di un centro degradato. In questo senso abbiamo lavorato anche sulla convivenza multiculturale e sull’accoglienza.
Dall’anno scorso abbiamo messo a fuoco il tema del clima, del cambiamento climatico, perché è un tema urgente, importante che non viene preso in considerazione abbastanza, anche se piano piano si sta realizzando che il cambiamento climatico non è, ahimè, una fake news ma una realtà, è una questione urgente che non si può trascurare. Sicuramente la cultura può sensibilizzare, stimolare le persone ad assumere la propria responsabilità e a contribuire al miglioramento della società. Quest’anno, in occasione del festival abbiamo ospitato a Sassari, l’autore Luigi Adami che ha presentato il libro “Ritorno al Pianeta”, in cui indica delle strade da percorrere per affrontare l’argomento dell’emergenza climatica.
Ripeto abbiamo da sempre avuto un approccio fortemente improntato sulla cura della terra e delle relazioni umane, mettendo in evidenza i conflitti spesso con un approccio grottesco, comico, tragico, e cercando di toccare l’anima dello spettatore. I nostri spettacoli sono molto accessibili a un pubblico eterogeneo perché non si basano sul testo ma su un linguaggio espressivo che affianca macchine teatrali create con materiali di recupero al lavoro d'attore e alla composizione della colonna sonora partendo dall’improvvisazione per creare uno stile di grande impatto visivo, gestuale e sonoro.
Cosa si augura che venga fatto per la cultura, uno dei settori maggiormente colpiti dalla crisi economica?
Mi auguro che venga dato più spazio alla cultura, al teatro, e più opportunità per realizzare progetti attraverso cui confrontarsi col pubblico, con le persone. Agli artisti auguro che attraverso il proprio lavoro possano contribuire alla diffusione di una maggiore consapevolezza del ruolo di ciascuno di noi all’interno della società odierna e all’assunzione di un atteggiamento libero, critico, responsabile, rispettoso e solidale.