Storie di cooperative AGCI - Da AGCI Umbria la storia della cooperativa GEA che da 25 anni opera sul territorio promuovendo l’inclusione sociale e sostenendo le donne vittime di violenza
Intervista alla presidente Alessandra Senzacqua
Dall’entusiasmo con cui racconta la sua storia, si intuisce immediatamente che è la passione la forza vitale che muove Alessandra Senzacqua, Presidente di GEA, la cooperativa che opera nel settore sociale, perseguendo l’interesse generale della comunità attraverso la gestione di servizi sociali, socio-sanitari ed educativi, valorizzando, in particolare, il lavoro di rete sul territorio gestendo asili nido comunali, servizi domiciliari agli anziani e ai disabili, assistenze scolastiche specialistiche, occupandosi anche di minori e famiglia, servizi antiviolenza e servizi multispecialistici per l’età evolutiva.
La presidente Senzacqua ci racconta la storia della cooperativa con lo slancio di chi ama il proprio lavoro, specialmente quando questo è al servizio degli altri, della comunità e del territorio in cui si vive.
Come e quando nasce la cooperativa sociale GEA?
“Gea” nasce a maggio del 1998 dalla volontà di un piccolo gruppo di soci che ha fondato la cooperativa. Inizialmente i soci erano una decina. Nel corso del tempo, fino al 2007, anno in cui sono subentrata io, vi erano una quarantina di dipendenti e collaboratori che oggi sono diventati circa 315 unità, con 150 soci, sperando vivamente che questo numero possa aumentare ancora.
C’è stata una grande evoluzione, dunque, dal 1998 rispetto al 2023, anno importante per Gea visto che festeggeremo le nozze d’argento, esattamente Il 9 giugno.
Come mai è stato scelto questo nome?
“Gea” nella mitologia greca simboleggia la terra.
Si chiama così, infatti, perché abbiamo ripreso il concetto di terra e, quindi, la volontà di trasmettere tale idea non solo per il principio di identità e di appartenenza a quel territorio, ma anche per avere una visione globale su tutti i servizi che si possono offrire alla persona.
La volontà di aderire ad AGCI Umbria nasce da una mia precisa volontà. Sono diventata presidente in un’età giovanissima, rispetto a quello che è lo standard attuale, cioè a 37 anni. Sto concludendo il primo ciclo di mandato e spero ci possa essere una rielezione a giugno di quest’anno per un altro triennio. Come d’abitudine, non mi è mai mancato lo spirito d’osservazione, lo spirito critico.
Siamo partiti con AGCI Lazio, con la quale continuiamo ad avere ottime relazioni, ma con Gabriele Nardini, presidente di AGCI Umbria, si è manifestata fin da subito una comunione di intenti e visioni, con importanti prospettive di crescita per la nostra realtà. L’ho conosciuto attraverso Letizia Pani con cui c’è stato subito un ottimo feeling. In AGCI Umbria esiste la capacità di saper cooperare. Mi sento parte di una squadra, di un team che è condotto da un grande capitano con cui è possibile, tra l’altro, condividere numerose opportunità di crescita professionale.
Di cosa si occupa esattamente? Dove operate?
Noi nasciamo in prevalenza come servizi d’assistenza scolastica, ci occupiamo in particolare di ragazzi con disabilità, di assistenza specialistica delle scuole superiori, di assistenza domiciliare e familiare. Nel corso degli anni ci siamo specializzati nei servizi per asili nido e la prima infanzia. Ci occupiamo di attività riabilitative. Abbiamo aperto il primo centro antiviolenza “Echinos” che accoglie le donne vittime di abusi di ogni genere in collaborazione con il Comune di Nepi. All’interno del centro lavorano operatrici specializzate, psicologhe, avvocate, educatrici e assistenti sociali. Molte delle donne assistite dal centro appartengono anche a comuni limitrofi e le richieste pervenute sono molte, a sottolineare un fenomeno sociale diffuso.
Come si possono rivolgere a voi le donne vittime di violenza?
Abbiamo istituito un numero di reperibilità h24, che è possibile chiamare in totale anonimato per fissare un appuntamento con le operatrici antiviolenza.
Inoltre, stiamo facendo molta sensibilizzazione all’interno delle scuole, affinché questo fenomeno venga riconosciuto dai più giovani e così contrastato.
Lei è la Presidente di Gea? Qual è il suo percorso professionale?
Mi sono laureata in Lettere e Filosofia nel 2007, lo stesso anno in cui sono entrata in cooperativa. Il mio percorso è stato poliedrico: ho cominciato come assistente scolastica, dopodiché mi sono occupata di interventi educativi domiciliari, per poi continuare nell’ambito amministrativo, fino ad essere Responsabile dei servizi e infine Presidente della cooperativa.
L’anno scorso ho conseguito un Master con Il Sole 24 ore, con il titolo “Leader e Manager”. Il 22 marzo ho iniziato un altro Master: “Project Management” perché mi piace occuparmi anche di progettazione e, dunque, specializzarmi in questo ambito.
Cosa vuol dire cooperare per Lei?
“Cooperazione” vuol dire possedere la capacità di realizzare una rete efficace ed efficiente sia dal punto di vista relazionale che dal punto di vista professionale. Significa mettersi nei panni dell’altro, erogare servizi per la comunità valorizzando il territorio. Per me è importante, inoltre, identificare la nostra cooperativa con AGCI, in special modo con AGCI Umbria.
“Gea News” è il vostro strumento di comunicazione che crea un filo diretto ed immediato con gli operatori di settore. Quanto è importante per voi l’informazione e comunicare le vostre attività?
La comunicazione è stata importante per me sin dal principio. Fino a tre anni fa non c’era un ufficio stampa, non c’era un ufficio comunicazione. Da Responsabile dei servizi ho sempre cercato di divulgare ai dipendenti, ai colleghi, tutte le informazioni riguardanti le attività della cooperativa. Far parte di una cooperativa significa credere in determinati valori e principi. È importante comunicare, quindi, così come dare un feedback su ciò che accade, sia nel bene che nel male. Ci deve essere consapevolezza di ciò che succede se si vuol migliorare e crescere.
Progetti per il futuro?
La cooperativa è cresciuta notevolmente. Nell’ultimo triennio siamo passati da 2 milioni e 800 mila euro a 4 milioni di fatturato. Ad oggi vogliamo rafforzare tutta la struttura organizzativa, sebbene siamo molto consolidati in diverse aree: dalla comunicazione, all’ufficio amministrativo, a quello del personale. Per il futuro vorremmo continuare con la progettazione europea, quindi vincere bandi in tale ambito.
Altro progetto è quello di aprire una casa rifugio.
Ultimamente, più di prima, si parla di inclusione sociale? La nostra è una società inclusiva? Se non è così, cosa bisogna fare per renderla più inclusiva?
Benché in molti settori si stiano facendo dei grandi passi avanti in termini di inclusione e parità di genere, esistono ancora molti stereotipi diffusi, con i quali mi sono dovuta spesso raffrontare come donna. Quindi non dobbiamo parlare di solo di disabilità per affrontare la tematica dell’inclusione. Questo mondo sarà inclusivo solo quando educheremo la nuova generazione a cambiare realmente mentalità per abbattere i luoghi comuni e le discriminazione di genere.
Esistono purtroppo stereotipi, luoghi comuni, pregiudizi sulle cooperative sociali, molto spesso giudicate di secondo ordine, piccole, truffaldine, beneficiarie di immeritate agevolazioni fiscali, luogo di lavoro precario, poco efficienti. Eppure, contribuiscono a migliorare la condizione socioeconomica del nostro Paese. Non è così?
Nel terzo settore, come in ogni altro settore economico e sociale, esistono realtà virtuose da prendere come riferimento ed altre, invece, che tradiscono i principi etici del cooperare. E non mi riferisco ad AGCI ma a un contesto più generale, dove molti operano dichiarando di avere a cuore il “sociale” ma, in realtà, le loro azioni contraddicono i principi e i valori che caratterizzano il settore, quali solidarietà, accoglienza e inclusione. Sono altresì convinta che le cooperative rappresentino un importante motore socioeconomico del nostro Paese, capace di rispondere ai bisogni del territorio traducendoli in servizi efficienti che si avvalgono di valide professionalità.
Gabriele Nardini, presidente di AGCI Umbria, sulla cooperativa Gea:
“La cooperativa, da quando è presieduta da Alessandra Senzacqua, ha ampliato moltissimo il suo raggio d’azione, perché è meravigliosamente partecipe, sapendo cogliere tutte le opportunità, anche quelle meno immediate, ma con una visione a lungo termine.
Alessandra è molto attiva e concretamente operativa: ha partecipato ai workshop che abbiamo organizzato sull’economia sociale, ai nostri progetti europei, è andata addirittura in un meeting in Spagna e anche a Milano per un incontro organizzato dal Sole 24 Ore. Se avessimo una partecipazione del genere da parte di tutte le nostre cooperative, saremmo la prima centrale cooperativa del mondo. Ho quindi accolto orgogliosamente il suo essere donna, la sua capacità di far nascere idee e progetti sempre nuovi. Voglio ringraziare lei e la nostra Responsabile Formazione e Assistenza Imprese Letizia Pani che me l’ha fatta conoscere.
Lavorare con la cooperativa Gea è sempre stimolante per me, perché si pone come obiettivo quello di essere un riferimento concreto per il territorio, rappresentando così un punto di incontro e non di scontro, un concetto, questo, che dovrebbe stare alla base di AGCI, le cui cooperative e i settori devono collaborare e dialogare tra di loro, per poter crescere e migliorare.
Cooperative come Gea, che rappresentano una bella squadra affiatata e con la voglia di fare, sono quindi delle eccellenze da preservare e tutelare nella nostra Associazione.
Letizia Pani, Responsabile Formazione Professionale e Assistenza alle Imprese, sulla cooperativa Gea:
“Alessandra la conosco da tanto tempo e la mia idea positiva su di lei non è mai cambiata. Con la presidente Senzacqua c’è una gestione manageriale identitaria della cooperativa che è senza dubbio una bella realtà dinamica e in continua crescita.
Quando penso a Gea non posso non identificarla con Alessandra, che ne è l’essenza stessa. Ho avuto modo, inoltre, di incontrare i soci e i collaboratori che lavorano nella cooperativa e posso affermare che sono un bel gruppo affiatato che si muove seguendo lo stesso obiettivo: operare per il bene della comunità, seguendo i sani principi della cooperazione che non lascia indietro nessuno. La presidente ha dato un forte impulso e imprinting a Gea, incarnando il moderno archetipo del leader autorevole, ma non autoritario, che si mette al servizio dell’altro ascoltandolo. I problemi si superano perché non solo dirigi le persone, ma le ascolti, facendoti carico anche delle loro problematiche.
Alessandra è tutto questo e anche di più.