Mercoledì, 27 Novembre, 2024

Vino: necessari sostegni per il decreto sui prodotti dealcolati

AGCI presente al Masaf all'incontro dedicato alla tematica. Importanti misure sono necessarie, ma è fondamentale un aiuto concreto per i produttori

 

Negli ultimi anni, il vino dealcolato (non-alcholic wine) ha ricevuto una notevole attenzione a livello globale, registrando un incremento poco al di sotto del 10% nel 2003 nei primi dieci mercati mondiali, con un valore di mercato che ha superato gli 11 miliardi di dollari, il segmento dei vini a basso o zero contenuto alcolico presenta margini interessanti di sviluppo per il comparto vitivinicolo made in Italy. Tuttavia, è essenziale che ai produttori venga fornito un insieme di misure strategiche che siano effettivamente autosostenibili, dotate di risorse economiche adeguate per gli investimenti, e in grado di guidare in modo strutturato le aziende attraverso il processo di dealcolazione. Questo è quanto emerso durante l'incontro di ieri presso il Masaf con il ministro delle Politiche Agricole, Francesco Lollobrigida. "Il decreto sui prodotti dealcolati è un passo nella giusta direzione, ma sono necessarie opportune modifiche per sostenere il comparto - ha dichiarato il responsabile del settore Agroalimentare di AGCI, Alessio Ciaccasassi - Non si può ignorare il panorama europeo, in cui la dealcolazione è stata autorizzata dal 2021, né il contesto globale, dove il mercato dei prodotti dealcolati raggiunge già un valore di un miliardo di euro, con gli Stati Uniti che rappresentano il principale mercato, in termini di volumi, per il vino italiano. Pertanto - ha evidenziato Ciaccasassi - è importante finanziare adeguatamente il decreto, consentendo alle aziende vitivinicole di avvalersi del contoterzismo nazionale anche per le pratiche di dealcolazione. Questo dovrebbe portare a una riduzione del tasso alcolico al di sotto dello 0,5% o a una dealcolazione parziale tra lo 0,5% e il 9%. È cruciale, inoltre, che i sottoprodotti derivanti dal processo di dealcolazione non siano limitati al solo bioetanolo, ma possano avere un utilizzo più ampio a livello industriale." Queste sono soltanto alcune delle considerazioni di AGCI, che punta a garantire la sostenibilità e la competitività delle aziende vitivinicole italiane, con particolare attenzione alla necessità di una normativa che rispetti la filiera e tuteli la qualità dei prodotti, escludendo, ad esempio, le denominazioni di origine e rivedendo la terminologia utilizzata nel decreto, suggerendo di sostituire il termine "dealcolizzati" con "dealcolati".